Per iniziare ad avventurarsi nel mondo dell’elettronica amatoriale sono necessari alcuni attrezzi fondamentali. Uno di questi è il saldatore per circuiti stampati, volgarmente detto anche stagnatore. Ecco come scegliere quello che più si adatta ai tuoi scopi e necessità.
Per iniziare è necessario capire cosa si deve fare con lo stagnatore: per un utilizzo sporadico e per lavori molto semplici (come la semplice stagnatura di fili e connettori) è sufficiente uno stagnatore del tipo più comune, ovvero di piccola potenza (max 20-30 Watt) e senza regolazione della temperatura. Gli stagnatori di questo tipo sono reperibili in qualsiasi ferramenta o negozio “brico” tra i 5 e i 25 euro, a seconda della marca e della potenza. Se hai la possibilità di frequentare una fiera dell’elettronica, avrai occasione di trovare prodotti dai costi sensibilmente inferiori (anche 3 Euro) e resa pressochè identica. A questo acquisto è necessario affiancare, se non compreso nella confezione, un supporto per saldatore (meglio se dotato di spugna) al quale appoggiare l’attrezzo quando è acceso e non utilizzato.
Se pianifichi di utilizzare con una certa frequenza lo stagnatore e per lavori di una certa complessità, allora è quasi indispensabile ricorrere ai modelli cosiddetti “stazione saldante”, ovvero costituiti da un corpo centrale dotato di portapuntale, spugnetta e regolazione della temperatura della punta, più o meno precisa in proporzione alla qualità del prodotto. Una stazione “decente” deve avere una potenza non inferiore ai 40-50 Watt e un discreto controllo della temperatura, meglio se digitale (e qui il prezzo sale). Per esperienza, una stazione discreta la si trova in ferramenta, solitamente marcata LaFayette, per una ventina di euro a dir molto.
Al saldatore è buona norma affiancare altri semplici attrezzi, quali il portasaldatore con spugna (già citato), una pompetta aspirastagno, pinzette a becco ricurvo e una terza mano. La pompetta aspirastagno è un semplice attrezzo che “risucchia” lo stagno fuso, utile per dissaldare componenti e rifare saldature a freddo o bruciate. Le pinzette a becco ricurvo sono utili per maneggiare piccoli componenti su schede fissate grazie alla “terza mano”, che altro non è che un supporto dotato di due o più bracci metallici snodabili terminanti con morsetti a coccodrillo, e talvolta una lente di ingrandimento, indispensabile per lavorare sulle schede elettroniche. Tutti questi prodotti costano pochi euro, e sono acquistabili presso quasi qualsiasi ferramenta.